lunedì 12 novembre 2012

LA RESILIENZA :una marcia in piu' per i nostri bambini


Carissimi mamme e papa’
oggi voglio raccontarvi qualcosa che mi sta molto a cuore e che nel mio lavoro ( di mamma e…)  di insegnante svolge un ruolo importantissimo.
 Voglio parlarvi della RESILIENZA : una bella parola che descrive secondo me qualcosa di fondamentale che ogni genitori dovrebbe conoscere e cercare di   trasmettere ai propri figli.
 

CHE COS’E’?
Il significato che in psicologia viene dato a questo termine e’ la capacita’ di affrontare e superare le avversita’ e le difficolta’ della vita, di uscirne rinforzato addirittura trasformato positivamente
Le piccole grandi difficolta’ che ci troviamo ad affrontare nella vita, un lutto, incidenti o malattie sono tutti esempi di esperienze che possono in qualche modo turbare l' equilibrio emotivo e psicologico di una persona; con il tempo poi le persone imparano ad adattarsi per riuscire a convivere con ali situazioni di disagio.
Ma cos’e’ che ci consente di adattarci alle difficolta’?
Appunto: la resilienza.
Le persone con un elevato livello di sviluppo della resilienza riescono a reagire in modo piu’ positivo alle avversita’ rispetto alle altre, sono persone piu’ ottimiste , flessibili e creative, cercano soluzioni e cercano di sfruttare la difficolta’ per migliorare se se stesse anziche’ lasciarsi schiacciare da esse
MA RESILIENTI SI NASCE O SI DIVENTA?
Da molti studi recenti sembrerebbe ormai appurato che resilienti si diventa.
Bisogna pensare ad essa come ad una funzione della psiche che si modifica nel tempo tempo in rapporto all’esperienza, ai vissuti e in particolar modo ai meccanismi mentali che si innescano per fronteggiare le situazioni
Quindi la resilienza si impara.

I NOSTRI BAMBINI…
E qui entrano in gioco i vostri bambini che forse si, sono ancora piccoli, ma questo non li esime dall’essere esposti comunque a tante piccole difficolta’ quotidiane da superare: la relazione con  compagni, la difficolta’ di separazione dalla mamma, la fatica di “ non riuscire” a fare qualcosa; se ci pensate sono mille le situazioni in cui alche loro si trovano a dover mettere in atto dei meccanismi per fronteggiare le difficolta’, vincerle o rimanerne schiacciati.
Certo che da genitori ci si stringe il cuore a pensare a nostro figlio di fronte ad una situazione difficile ma quale potrebbe essere il nostro ruolo in tutto questo per fare in modo che i bambini sviluppino la resilienza?
COSA FARE?
Prima regola: “ Le battaglie vinte da piccoli sono guerre vinte da grandi” dico sempre io. Quindi manteniamo la calma e dosiamo ansia e preoccupazione in modo corretto, probabilmente i vostri figli avranno difficolta’ rapportate all’eta che hanno quindi nulla di insuperabile…
Secondo punto: non sostituitevi a lui o lei sempre
E’ sempre giusto andare dall’insegnante a lamentarsi ogni volta che nostro figlio viene a casa dicendo che un amichetto gli ha dato un pizzicotto o altro? A mio parere in questo modo si rischia di non permettergli di difendersi da solo, e chissa’ come si comportera’ quando sara’ piu’ grande e voi non sarete li’ a difenderlo…se nessuno glielo avra’ insegnato probabilmente non lo sapra’ fare da solo.
Inoltre potrebbe pensare che avete poca stima in lui se evitiamo che lo faccia da solo.Una buona visione di se e una creta fiducia nelle proprie capacita’ sono il primo passo per diventare persone resilienti.
Terzo punto: Imparare a “guardare da lontano”
So che spesso viene di istinto fare voi per lui o lei ma non sempre e’ la cosa corretta. Se non riesce a fare un compito a casa forse anziche’ farlo voi per lui e’ meglio insegnargli che ci sono cose che sono piu’ complesse da comprendere e che forse l’indomani potra’ chiedere all’insegnante che gli rispieghi cio’ che non ha capito. Questo lo aiutera’ a fare lui stesso un analisi della situazione e a sforzarsi di esprimere a qualcuno le sue difficolta’ al fine di poter trovare una soluzione
Cerchiamo di essere sempre presenti ma con il giusto distacco legato all’eta’, diamo fiducia seguendoli da lontano con lo sguardo, questo li rendera’ piu’ sicuri e piu’ fiduciosi nelle proprie capacita’
Quarto punto: la gestione delle emozioni
Questa e’ una cosa importantissima, molte volte sottovalutata dai genitori che pensano di conoscere cosi’ bene i propri figli da sapere gia’ cosa provano in una determinata situazione.
Insegnamo loro a verbalizzare le emozioni, facendolo noi per primi; diciamo loro che non c’e’ nulla di sbagliato nel fermarsi una attimo ad ascoltarsi e a cercare di dire a chi ci circonda come ci sentiamo. Con i piu’ piccoli e’ importante che li aiutiamo a dare un NOME alle emozioni, a riconoscerle,perche’ solo cosi’ potranno comprendersi meglio e iniziare a conoscere se stessi. Se capisco quello che mi fa star male e riesco dargli un nome, riusciro’ a superarlo meglio e la volta successiva lo riconoscero’ e sara’ piu’ facile affrontarlo.
Un esempio banale: “”Cappuccetto rosso cosa avra’ pensato? Come si sara sentita in quel momento? E a te e’ mai capitato? Alla mamma succede quando…”
“ che cosa hai provato quando la maestra ti ha rimproverato? Perche’ provi rabbia in questo momento?”
Spero di avervi per lo meno incuriosito e che questi miei spunti possano ingolosirvi al punto di approfondire questa tematica che a me sta particolarmente a cuore. Mi piace ( e a volte mi spaventa anche un po..) pensare che ogni mia parola puo’ essere una freccia che arriva a miei figli o ai miei alunni provocando una reazione e che in qualche modo posso contribuire piu’ o meno a renderli persone resilienti, in grado di affrontare la vita con positivita’, ottimismo e perche’ no anche un po’ di ironia che non guasta mai.
Buon lavoro
                                                Mestra Elena

Per chi vuole saperne di piu’
“ La forza d’animo, che cos’e’ e come insegnarla ai nostri figli”
Anna Oliverio Ferraris

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buonasera Elena,
ho trovato molto interessante il suo articolo. Io lavoro in un asilo privato e quest'anno con le mie colleghe abbiamo deciso di proporre un progetto proprio sulle emozioni, per aiutare i bambini, prima di tutto a riconoscerle e, successivamente a sperimentarle. Mi trova pienamente d'accordo sul fatto che i bambini debbano sviluppare una certa dose di resilienza, ovviamente rapportata alle difficoltà che possono incontrare. I bambini devono imparare a conoscere il mondo che li circonda, sia nel bene che nel male, non possono essere tenuti in una campana di vetro. Devono vivere a pieno le relazioni con i coetanei, per conoscere i loro comportamenti, le loro reazioni. Ecco perchè ci è sembrato utile proporre questo tipo di progetto educativo. Ci sono genitori che spesso si lamentano perchè il proprio figlio ha un graffio o un morso (eventi spesso e volentieri imprevedibili come lo sono gli stessi bambini). Io penso che sia importante che il bambino sperimenti sia le cose positive che le cose negative della sua età perchè questo lo aiuta a crescere. D'altro canto, non essendo ancora genitore, forse non colgo il sentimento di protezione che comunque è innato in un genitore per il proprio figlio.

Alessandra

maestra Elena ha detto...

La ringrazio per la sua testimonianza...come lei credo che aiutare i bambini a conoscere, riconoscere e esprimere le proprie emozioni non sia mai tempo perso ma al contrario un a grossa oppurtinita' per loro.le propongo se desidera di inviarmi il progetto di modo che io possa postarlo sul blog e possa essere da ispirazine anche ad altri educatori che operano con i piu' piccoli.
Buon lavoro.