martedì 20 maggio 2014
LETTURE SOTTO L'OMBRELLONE....
Guamodì Scuola: "Manuale per scalare le montagne... " di Paulo Coe...: Propongo un testo davvero bello ed edificante per trovare la giusta motivazione che serve per le grandi e piccole imprese. Non sempre chi &...
lunedì 19 maggio 2014
domenica 11 maggio 2014
Bellissima uscita fuori porta per una domenica di primavera
A Ranco... Museo dei trasporti Ogliari... Bellissimo anche per una breve gita . Sul lago di Varese.... Gratuito! Affascinante collezione di un provato di mezzo di trasporto di tutte le epoche .... Lo consiglio vivamente!!!
sabato 10 maggio 2014
Uno spaccato di me...
La maestra
Vista da fuori è una donna come le altre. A volte anche un uomo, in quel caso è un maestro. La maestra è vestita da maestra, cioè comoda, che possa rincorrere un bambino in corridoio, sedersi per terra a fare un cerchio per giocare a Palla nome e, soprattutto, ricevere lacrime e altri prodotti secreti (ma non tanto segreti) da piccoli occhi e nasi generosi.
La maestra è tale se dotata di bambini. I bambini, quando c'è la maestra, diventano alunni, anche se spesso si sbagliano e la chiamano mamma.
Se è un maestro, però, non lo chiamano papà. Chissà perché.
Ci sono maestre bionde, more, perfino rosse e con le lentiggini; alcune sono ricce, altre lisce, altre portano la coda. Ma tutte, proprio tutte, hanno la voce alta, forte e chiara.
La voce della maestra si abbassa quando racconta una storia o vuole fare la misteriosa.
Quando invece la maestra urla, allora sono cavoli amari.
La maestra è fatta per passare ai bambini tutte le cose che sa.
Se guardi bene dentro la maestra, ci trovi le tabelline, il teorema di Pitagora, la prova del nove, I Sumeri, Romolo e Remo, il congiuntivo, il gerundio, il Passero solitario e Rio Bo.
Quando tutto funziona bene, i bambini imparano le cose che la maestra sa e lei dopo le ricorda ancora come prima. Anzi, meglio: non perde per strada neanche una virgola, né un aggettivo o un pronome. Una maestra si può dividere per venti e anche ventotto bambini, e ce n'è sempre per tutti.
Quando la maestra ha finito tutto quello che ti doveva insegnare, diventa la maestra di qualche altro bambino.
Allora ti capita di incontrarla al supermercato o in chiesa o all'ufficio postale e la saluti un po' vergognoso, lei invece vorrebbe abbracciarti.
La maestra si ricorda per sempre le facce dei suoi alunni, i nomi magari li confonde. Ma se qualcuno comincia l'elenco, allora va fino in fondo: Amadei, Bacchini, Bosi, Ceci...
Quando sei grande e cerchi le cose imparate, una poesia, il nome di un fiume, la storia di Pinocchio o quanto è alto il monte Bianco, basta che chiudi gli occhi e le trovi tutte là, come ce le ha messe la tua maestra. In fila per due, i piccolini davanti, senza spingere.
MG Serradimigni
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